“È solo un altro sballato in un mondo di sballati…” è questa una delle citazioni più famose di “Paura e disgusto a Las Vegas” un libro semi-autobiografico scritto dal giornalista Hunter S. Thompson nel 1971 e pubblicato inizialmente sulla rivista “Rolling Stones”. Si tratta di un testo che deve gran parte della sua notorietà alla trasposizione cinematografica fatta nel 1998 dal regista Terry Gilliam con protagonisti Johnny Depp e Benicio del Toro. Al di là del film, il libro di Thompson merita di essere letto perché delinea uno spaccato interessante della società americana degli anni ‘70, mettendone in luce vizi, difetti e perdizioni.
Sinossi del libro
Il libro trae ispirazione da un viaggio fatto dallo stesso Thompson nel 1971 in compagnia di un suo amico avvocato. Si tratta, dunque, di un testo semi-autobiografico che alterna esperienze reali a finzioni letterarie. Al centro del racconto vi è Raoul Duke, alter ego dello scrittore e voce narrante del libro. Proprio come Thompson anche Duke è un giornalista che decide di partire alla volta di Las Vegas con soli 300 dollari e un bagaglio pieno di droghe. Ad accompagnarlo vi è uno strano avvocato, il dottor Gonzo. Lo scopo del viaggio è quello di assistere ad una corsa motociclistica che si tiene nel deserto.
I protagonisti, però, non riusciranno mai ad arrivare a destinazione e, come spesso avviene, il viaggio verso il Nevada si trasformerà in un viaggio interiore. Ma i tempi delle introspezioni e dell’analisi psicologica all’Ulisse sono molto lontani: i protagonisti ricordano più qualche soggetto di Trainspotting e il loro uso spasmodico delle droghe li farà vivere esperienze allucinanti e allucinogene. Non mancano incontri con personaggi loschi e situazioni di degrado.
Giudizio sul libro
Thompson offre uno sguardo cinico sulla società americana che appare degradata e priva di valori. Gli stessi protagonisti, completamente allo sbando, non hanno nulla di quegli ideali di coraggio e senso civico di cui da sempre gli Stati Uniti si sono fatti portatori. E la critica politica e sociale che pervade il testo è resa ancora più forte dalla scelta dei protagonisti: Thompson sceglie non i soliti musicisti, girovaghi o artisti di strada ma un giornalista e un avvocato. Le droghe sono lo strumento che permette ai due di evadere e di estraniarsi dalla realtà. Ma nessuna droga può colmare o compensare il senso di vuoto di una realtà che ha perso di significato: anzi, semmai lo acuisce. La depressione e lo sconforto sono gli unici sentimenti che rimangono di fronte alla presa di coscienza della realtà che ci circonda.
La forza narrativa di questo libro è proprio nella sua lucida e amara visione della società americana degli anni ‘70. Si tratta di un libro che non può mancare nella biblioteca soprattutto di chi ama la “narrativa di strada” stile “On the road” di Jack Kerouac.
Chi è Hunter S. Thompson
Nato a Louisville nel 1937 e morto nel 2005 a Woody Creek in Colorado, Thompson è stato un giornalista e scrittore di grande successo. La sua opera più famosa è proprio “Paura e disgusto a Las Vegas”. Thompson è il padre del Gonzo journalism che prende il nome dal dr. Gonzo del libro. Si tratta di una nuova forma di giornalismo che al freddo e distaccato realismo predilige un racconto della realtà attraverso l’occhio del narratore.